Kristian ha deciso di dare spazio alla sua immaginazione. Ha scritto due racconti, ambientati tra l’Albania e l’Italia, con protagonista un giovane ragazzo.

Le storie dolceamare che ci racconta Kristian sono accompagnate da un trittico di immagini in parte scattate da lui, in parte selezionate da un archivio di immagini in creative commons.


Il primo giorno nella mia nuova scuola, avevo 15 anni e per la prima volta rimasi incantato da una ragazza. Il cuore mi batteva forte e continuavo a guardarla negli occhi ,anche lei guardava me e non era un caso. Speravo di averla nella mia stessa classe e stranamente così fu. Non esitai e anche se era il primo giorno andai a parlarle, però appena ho visto i suoi occhi azzurri rimasi bloccato, e lei mi disse con un sorriso: "Piacere mi chiamo Chiara". Io le risposi con il mio nome e “Il piacere è mio”. Mi misi a parlare con lei e scopri che lei si era trasferita nella mia città, le chiesi di uscire e lei disse sì. Ero a mio agio con lei e anche lei con me. La portai nel mio posto preferito da cui si poteva vedere tutta la città, Parlai e parlai con lei fino a quando calò il sole.

La accompagnai fino a casa sua e lei mi abbracciò per la prima volta. Da lì in poi ci vedevamo tutti giorni, dopo una settimana scattò il nostro primo bacio. Sentì che era la mia anima gemella, per lei io ero il suo diario in cui diceva tutto e lei era il mio. Ci sentivamo ogni giorno, ci divertivamo, facevamo di tutto. Un giorno mi svegliai per andare a scuola e le scrissi chiedendole dove era. Lei non mi rispose, io andai a scuola e lei non c'era. Non mi sentivo bene quel giorno, finita la scuola andai direttamente a casa sua e da la il mondo mi crollò addosso: lei era rimasta coinvolta in un tragico incidente. Lei era morta e io non potevo fare niente: i ricordi mi riempirono la testa, ogni cosa perse il suo significato. Non c'è la facevo neanche ad andare nel suo funerale, era troppo forte per me. Depresso andai tutti giorni nel posto dove ero uscito con lei la mia prima volta. Per fortuna il tempo guarisce tutto, ma ho capito che la vita non ha un significato chiaro: adesso vivi, domani muori e con te muoiono anche i ricordi.

Tanto tempo fa in un piccolo paese viveva un ragazzo. Alle persone del paese il ragazzo non piaceva, lo chiamavano in diversi nomi: farabutto e ladro. C'era un motivo per cui lo chiamavano così: il ragazzo viveva da solo dato che i suoi genitori erano morti quando lui aveva solo sei anni e, per sopravvivere rubava. Una cosa sbagliata vista dagli altri ma lui non poteva fare altro. Un giorno il ragazzo si mise nei casini: era stato beccato rubando nella panetteria più grande del paese. Fu preso dai poliziotti che lo portarono nella caserma e gli chiedevano perché aveva fatto una cosa simile. Lui cercò di spiegarsi ma i poliziotti non lo sentirono e si misero a picchiarlo finché lui non aveva neanche la forza di parlare .Dopo che lo avevano picchiato lo lanciarono accanto alla caserma. Il ragazzo passò la notte la, il giorno dopo si svegliò e si guardò attorno: non aveva mangiato niente, era disperato e le lacrime gli coprirono il viso. Si alzò a malapena e iniziò a camminare per il paese. Lui aveva una fisarmonica che gli piaceva suonare davanti a un laghetto dove andava ogni giorno. Dopo una breve passeggiata rubò una mela nel mercato del paese e scappò fino al laghetto. Qui si sedette vicino ad un albero e si mise a suonare, un signore vestito bene si fermò ad ascoltare il ragazzo addolcito dal' suono che veniva dalla fisarmonica. Chiese al ragazzo chi era e si mise a parlare per un bel po'. Il ragazzo gli spiegò tutto; il signore stava molto male da tutta quella disperazione che aveva passato il ragazzo. Alla fine gli chiese di andare a casa sua e lì spiegò che lui era un grande musicista. Il ragazzo fu adottato dal signore e, diventato un grande musicista, dedicò tutta la sua vita alle persone che si trovavano ancora nella situazione che aveva passato lui. Il suo nome diventò molto grande e tutti lo volevano: dopo tutto le cose belle vengono quando meno te lo aspetti.

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